giovedì 4 febbraio 2010

Cos'è un plotter


In informatica il plotter è una periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato. È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, dove è impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, meccanici, elettrici, mappe topografiche, curve geometriche ecc. Oggi viene anche utilizzato nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da taglio). Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma).

Plotter a penna

I primi modelli di plotter erano costituiti da un sistema elettromeccanico comprendente una coppia di motori azionati in corrente continua, uno dei quali serviva allo spostamento di un carrello, costituito da una barra lunga quanto la larghezza del foglio, su questa, azionato dal secondo motore, poteva scorrere un secondo carrellino più piccolo, sul quale era fissato il pennino, in tal modo con appropriati valori inseriti in un programma, era possibile posizionare il pennino in qualsiasi punto del foglio, secondo le coordinate cartesiane. Tra le varie istruzioni del programma, vi erano quelle preposte ad abbassare ed alzare il pennino sul foglio di carta, questa azione veniva effettuata da un elettromagnete, in questo modo era possibile tracciare punti, linee, curve, ed anche scrivere caratteri alfabetici. Sul carrello potevano essere montati pennini di colore o spessore diverso, selezionabili automaticamente. In alcuni modelli era installabile un solo pennino, ma questo poteva essere sostituito durante la stampa con altri collocati in un deposito laterale.
In alcuni casi il plotter serviva per registrare graficamente in tempo reale, l'andamento di un fenomeno elettrico avente variazione relativamente lenta; poteva essere usato alla stregua di un oscilloscopio. Per questo utilizzo era disponibile una "base dei tempi" con funzione simile a quella di un oscilloscopio, ma con caratteristiche elettriche adatte a spostare a velocità costante da sinistra a destra, non un punto luminoso ma bensì il carrello a traslazione orizzontale (asse X). La velocità di spostamento era calibrata, selezionabile da multipli del secondo, a poche decine di millisecondi per centimetro. Un secondo circuito costituito da un amplificatore, pilotava direttamente il motore del carrellino a traslazione verticale (asse Y); un attenuatore calibrato posto all'ingresso dell'amplificatore, permetteva di adattare il livello del segnale in ingresso, alle dimensioni del foglio.
Il metodo adottato dal costruttore Hewlett Packard per tenere ben fermo e disteso il foglio sul piano, sfruttava la forza elettrostatica generata sul sofisticato piano di appoggio; questo era costituito da una lastra di alluminio, sulla quale era incollato un sottile pannello in vetronite sul quale erano ricavati per fotoincisione, due gruppi di armature elettriche finemente intrecciate tra loro, isolate galvanicamente e alimentate con una tensione alternata di 115 volt; il necessario isolamento elettrico era costituito da un sottile foglio in teflon incollato in superficie...

Articolo tratto da wikipedia

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